Al di là che ci sono architetti che ragionano come ingegneri e ingegneri che ragionano come architetti.
NON E' LUOGO COMUNE MA REALTA' l'approccio per due strade differenti per creare lo stesso oggetto.
L'architetto, come luogo comune, vede la funzionalità o l'estetica della cosa o l'originalità della costruzione come dictat.
L'ingegnere deve fare i conti con i costi: la necessità di una struttura "originale" può essere causa di un complesso modello matematico e di realizzazioni "delicate" in cantiere:
non dimentichiamo che chi firma una stuttura per andare sul tranquillo riduce all'essenziale la novità, foriera di eccessi nei coefficienti di sicurezza, nella generosità di materiali e in ultimo nei costi e nella prolungata presenza in cantiere.
E non è sufficiente, davanti a "colpi di genio" di qualche architetto neppure un buon sistema di calcolo ad elementi finiti e si devono fare strutture "inventate sul momento".
Poi c'è la questione esecutiva. Armare cose originali, dover sagomare e legare generosi ferri e numerose staffe trovare vincoli in punti di discontinuità (e realizzarli perchè si scarichino le forze!!!) è da far arrivare l'ingegnere progettista alle sette del mattino in cantiere.
E tutto magari per dare una forma.... ellittica con baricentro fuori della figura di appoggio a qualcosa che poteva essere tranquillamente dritto o a squadra.
Ecco. L'architetto d'altra parte si sentirebbe sminuito nella sua creatività a genuflettersi a staggia e filo a piombo.
Un mio vecchio collega, buonanima, usava dire che "l'ingegnere è quel professionsta che progetta tutto ad angolo retto tranne ciò che non può fare a meno, l'architetto invece progetta tutto ad angolo acuto tranne ciò che nei suoi disegni gli riesce ad angolo ottuso, l'angolo retto è fino all'ultimo evitato."
Saluti a tutti, colleghi, architetti e arredatori compresi.
Addendum per Fausto.
Guarda che se usi il Corten saldato, gli amarri in resina epossidica, le riprese con iniettori di leganti additivati, i micropali precaricati, e qualche stramaledetta invenzione ad arpionismo sul momento si riesce a fare quasi tutto quello che l'architetto si è messo in testa. Il difficile è:
1. far capire i costi al cliente: dopotutto è ferro e un poco di impasto, quello che fa i costi della costruzione son le piasrele da 80 Euro/mq;
2. convincere gli operatori di cantiere che quello che proponi di fare non è frutto di una prolungata ubriacatura, ma tecnologie che loro poverini non "usano";
3. saltare il pranzo per stare attenti che non ti "carichino" gli amarri prima che la resina epossidica abbia completamente reticolato;
4. conoscere un saldatore con patentino per lavori su piattaforma petrolifere che sia disposto a farti saldaturine per lui "banali"
5. far combinare i dannati pezzi, visto che il metro del carpentiere in ferro è differente dal metro del muratore, e tutti e due hanno misurato venti volte giusto ma il pezzo non va su;
6. evitare di dover chiamare il collega ingegnere meccanico a stringere la bulloneria con chiave dinamometrica;
7. avere a portata di mano dadi ciechi in acciaio inox con tre tipi di brunitura così una quarta brunitura piacerà sicuramente al collega architetto;
Ah. mi dimenticavo. Prima di accettare un incarico esecutivo convinci l'architetto che non è facile aver l'autorizzazione a portare via con un elicottero che sorvoli mezza città il terriccio scavato......
Caro architetto, tutta la mi ammirazione per l'opera d'arte. Ma costringere una sposina ad arredare un cucinino trapezio, dal lato della porta più stretto e il fondo più largo per poter infilarlo fra un bagno dalla vasca ellittica spettacolare e la stanza da pranzo esagonale irregolare non significa semplificare la vita alle persone.
La gentile (anzi, il "suocero del caso" difatti ha pagato uno spavento per fare su misura gli adattementi a vasolino e trapezietti fra mobili, lavello, cucina a gas e muri. La splendida stanza da pranzo, vera opera d'arte, è stata arredata con la modesta somma di 27.000.000 di lire quando un collega arredò con 11.000.000 di lire la sua stanza da pranzo, compresi i diffusori sonori e l'impianto di illuminazione. (all'epoca un appartamento di 47 metri quadri costava 35-42.000.000)
Daccordo che gli architetti hanno ideato opere di richiamo, ma non dimentichiamo come oscuri ingegneri hanno progettato e realizzato ponti che lasciano altrettanto a bocca aperta: basta il nostro criticatissimo viadotto Campi sull'autostrada Genova Savona.
Per trascurare alcuni edifici funzionali come gli hangar di un certo cantiere navale che sono presi di infilata dalla bora e resistono.
Cose bruttisisme, naturalmente, più estetiche rotaie di carriponte convergenti sul punto di prospettiva che danno un effetto bellissimo, si possono realizzare con l'artifizio dei due carrelli con guida trasversale aggiunta e compensatore della posizione del "parallelismo a se stesso" con pignoni maggiorati su cremagliera. Se uno non vuole tanta complicazione un sistema di regolazione di giri gantry elettronico risolve tutto. si sceglie sul catalogo, lo si ordina, lo s paga, lo si programma, lo si monta, lo si allinea, lo si manutenziona ogni 12 mesi con lo specialista da 120 Euro/ora + viaggio e week end a Venezia pregando che faccia tutto per bene altrimenti arriva giù un carico di 60 tonnellate con tutto il ponte, gli argani e gli azionamenti.
Sono il primo ad appassionarmi ad una struttura armonica e con le linee che accompagnano i campi di forze strutturali, ammiro il Duomo di Milano, Notre Dame, parte della sala Nervi, ammiro il ponte tunnel a ferro di cavallo a sbalzo sul Gran Canyon, i ponti in cristallo sopra i mosaici di Aquileia. Ed è giusto siano fatti così, ma vivaddio dover fare la struttura di un poggiolo oblungo in zona sismica incastrandolo fuori del nodo fra travi e colonne...... e che è paciuto a due persone sole...... il committente e l'architetto.....
E trovarmi con una "Razionalizzazione di parcheggio" ora a pagamento che toglie 80 posti auto e 50 alberi, sostituiti da panchine e fioriere su una spianata di asfalto ......